Ambulatorio Veterinario D.ssa Paola Sferrazza

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domenica 19 dicembre 2010

UN PICCOLO PARASSITA........ PIENO DI INSIDIE

MA COSA SONO LE ZECCHE?!
Le zecche sono grossi acari che hanno un grosso impatto medico-ambientale, nonchè un ruolo importante nella trasmissine di agenti infettivi.
Grazie alla loro buona adattabilità a qualsiasi tipo di ambiente e ospite ( animale su cui vivono) questi parassiti si sono potuti distribuire in tutto il mondo.
La famiglia delle zecche viene distinta fondamentalmente in 2 categorie; le così dette zecche dure (genere Ixodidae) che prediligono i mammiferi domestici; e le zecche molli (genere Argasidae) che tendono a parassitare soprattutto gli uccelli.

 Lo sviluppo della zecca comprende 4 stadi: uova, larva, ninfa e soggetto adulto. I primi 3 biotipi generalmente prediligono la vita libera (crescono nell’ambiente, anche se possono “salire e scendere” dai loro ospiti per assumere pasti), mentre più comunemente l’individuo adulto predilige la vita parassitaria.
Le zecche posseggono una struttura anatomica complessa ed affascinante. Il solo apparato buccale è strutturato in modo tale da sintetizzare, durante il pasto di sangue, una serie di enzimi che inizialmente cementano il parassita all’ospite permettendo una tenace e sicura adesione tra i 2.
In un secondo momento questo apparato è in grado di produrre enzimi proteolitici ed anticoagulanti che alla fine del pasto formano una sorta di barriera che permette alla zecca di mantenersi separata dal suo ospite nonostante rimanga attaccata.
Durante tutta questa fase è possibile la trasmissione di agenti patogeni dal parassita all’ospite.
E’ interessante notare che le zecche posseggono un apparato digerente che presenta diverse connessioni con l’apparato riproduttore. Quando una zecca si infetta con un microrganismo patogeno può trasmetterlo ai figli attraverso questi canali di comunicazione con conseguente ulteriore diffusione del patogeno.

AZIONE PATOGENA DELLE ZECCHE
Ogni femmina di zecca che parassita un animale è in grado di esercitare un’azione patogena diretta sull’animale in quanto può assumere da 2 a 4 centimetri cubi di sangue,  comportando gravi perdite ematiche in caso di infestazioni massive.
Assumendo un pasto di sangue da un ospite infetto, una zecca può diventare un vettore (colui che trasporta) di diversi agenti patogeni, trasmettendoli a sua volta ad un altro animale o alla sua progenie (in questo caso diventa un serbatoio permanente).

Le zecche possono essere vettori per diversi agenti patogeni:
  • VIRUS: encefalite da zecche sostenuta da diversi virus.
  • RICKETTSIE: Erlichiosi, Febbre Q, anaplasmosi, Febbre Maculosa, Febbre mediterranea eruttiva, tifo da zecca del Queensland …                                                                                 
  • BATTERI: tularemia, dermatofitosi, malattia di Lyme
  • PROTOZOI: Babesia, Theileria, Hepatozoon canis.
  • ELMINTI: Filaria.
Le zecche che maggiormente sono di nostro interesse sono:
  • Ixodes ricinus: le larve e le ninfe infestano soprattutto i piccoli mammiferi (come i roditori), mentre gli adulti prediligono gli ungulati. Larve e ninfe possono nutrirsi anche di altri mammiferi più grandi in assenza dei primi. Questo è ciò che può accadere a cani e gatti che frequentano campi nei quali hanno pascolato ovini soprattutto pecore.
  • Riphicephalus sanguineus: tutti gli stadi prediligono il cane ma possono infestare anche il gatto.
La zecca, attraverso i suoi organi di senso, individua il suo ospite avvertendone il calore, l’odore, vedendolo e toccandolo. Una volta salita sull’animale la zecca si localizza in aree dove la cute è meno spessa (soprattutto nelle pieghe tra le dita, a livello di ascelle e piatto delle cosce, intorno agli occhi o alle orecchie) e 10-30 minuti dopo inizia il suo pasto di sangue che dura circa 10 giorni.
Al termine del pasto si lascerà cadere dal suo ospite per depositare in fenditure che trova nell’ambiente fino a 10000 uova.
A questo punto il ciclo è pronto per ripartire, magari arricchito di altri agenti patogeni!

In Italia le patologie trasmesse da zecche sono tutt’ora presenti ed è importante conoscerle per saper identificare i sintomi clinici. Alcune di queste patologie sono:
  • MALATTIA DI LYME
  • ERLICHIOSI
  • RICKETTSIA (FEBBRE BOTTONOSA)

MALATTYA DI LYME
La Malattya di Lyme è una zoonosi (malattia che può colpire sia l’uomo che gli animali)diffusa in tutto il mondo.
Viene trasmessa da zecche della specie Ixodes ed è sostenuta da una spirocheta, Borrelia Burgdorferi.
I roditori sono la specie serbatoio, mentre uomo, cane, cavallo e ungulati sono ospiti definitivi (che non trasmettono la malattia).
24-48 ore dopo che la zecca ha morso l’ospite, può trasmettere a quest’ultimo il batterio in questione, infettandolo. Ad un’infezione locale dovuta al morso della zecca segue un’infezione generale che causa sintomatologia solo dopo un periodo di incubazione di 2-5 mesi.
Solo il 5% degli animali sieropositivi sviluppa la malattia caratterizzata da artrite acuta ricorrente.
I segni clinici iniziali sono febbre, anoressia ed abbattimento. Successivamente possono comparire dolori articolari e zoppie, sintomi neurologici e cardiovascolari, miositi, glomerulonefrite ed epatite.
In caso di sospetta Malattia di Lyme gli esami di laboratorio evidenziano severa leucocitosi con granulocitosi (aumento di una particolare categoria di  globuli bianchi, i granulociti neutrofili), iperglobulinemia e altre alterazioni direttamente correlabili agli organi interessati (rene, fegato, ecc)
Ad un esame a fresco del liquido sinoviale (liquido presente nelle articolazioni) si evidenzia un’artrite acuta non erosiva.
I TEST SIEROLOGICI ELISA evidenziano gli anticorpi prodotti nei confronti del batterio e quindi confermano l’ipotesi diagnostica; la positività sierologica a questo test indica una precedente  esposizione a Barrelia Burgdorferi.
L’esecuzione del test permette quindi di rilevare un’infezione che, se lasciata a se, porta a forme artritiche, neurologiche, cardiache od epatiche croniche; forme quindi di entità modesta ma a lungo termine devastanti per l’animale.

ERLICHIOSI
Questa malattia è sostenuta da un batterio (G-), la Rickettsia Ehrlichia canis, che viene trasmesso al cane da zecche infette quando queste assumono il pasto di sangue sull’ospite.
Questo battere si annida all’interno delle cellule del sistema immunitario dell’ospite (cellule quali  monociti, macrofagi, linfociti e cellule del sistema reticolo istiocitario).
In seguito all’infezione nei cani si sviluppano 3 diverse fasi:
FASE ACUTA: inizia circa 14 giorni dopo l’infezione. L’animale presenta ipertermia (febbre) fino a 41° (la temperatura normale dei cani va da 38 a 39°C), letargia, disoressia-anoressia, disidratazione, dimagramento, aumento di volume dei linfonodi, aumento di volume della milza, emorragie, diminuzione del numero delle piastrine con conseguenti gravi perdite di sangue dal naso ed infiammazione dell’occhio.
In seguito allo sviluppo della malattia l’animale può eliminare il  microrganismo oppure entrare nella FASE SUBCLINICA, questa è caratterizzata dalla presenza del battere nell’organismo ma dall’assenza di malattia clinica evidente se non da segni oculari. La durata di questa fase è variabile.
La FORMA CRONICA è caratterizzata da manifestazioni cliniche multiple dovute ad un’importante risposta immunitaria che, benché imponente, non è in grado di eliminare il microrganismo.  In questa fase la sintomatologia è caratterizzata da: Anemia (pallore delle mucose),dimagrimento imponente, edemi agli arti e allo scroto, segni neurologici (convulsioni), infiammazione dei muscoli e delle articolazioni.
La diagnosi si basa sulla sintomatologia clinica e sui dati di laboratorio.
L’utilizzo delle prove sierologiche è indubbiamente di grande aiuto. I test ELISA hanno dimostrato una buona sensibilità e specificità nell’individuazione di anticorpi anti Erlichia Canis.
Nei controlli di routine permette l’individuazione di animali infettati ed in fase subclinica con possibilità di intraprendere una terapia atta a debellare il micorganismo.

RICKETTSIA (FEBBRE MACULOSA)
Anche la Febbre Maculosa è un’importante zoonosi sostenuta da un batterio G-, Rickettsia rickettsii.
Il batterio viene trasmesso a cane, gatto e uomo attraverso la saliva di una zecca infetta che deve rimanere attaccata all’ospite per almeno 5-20 ore prima di poter trasmettere il battere.
Una volta infettato l’animale il periodo di incubazione varia da 2 giorni a 2 settimane.
Questa patologia si sviluppa prevalentemente durante la primavera e l’estate, periodo nel quale le zecche sono in attività emtofagica e riproduttiva (c’è la possibilità di trasmissione del patogeno dalla madre alle larve).
La febbre maculosa è una malattia infettiva caratterizzata da una grave patologia vascolare acuta data dal fatto che il microrganismo invade e si moltiplica nelle pareti dei vasi. Ne consegue un coinvolgimento di tutti l’organizmo con comparsa di emorragie, , ipotensione ed in fine shock.
La sintomatologia è caratterizzata da dolore articolare localizzato o generalizzato, con poliartrite e polimiosite. Spesso compaiono febbre, depressione, vomito e diarrea.

La prevenzione è sicuramente il primo passo da fare nella difesa dei nostri piccoli animali da questi fastidiosi parassiti.
Con l’arrivo della primavera è necessario l’utilizzo di sostanze repellenti da applicare direttamente a contatto della cute dell’animale, collari o polveri. E’ altresì importante curare l’igiene dell’ambiente nel quale il nostro animale vive al fine di evitare la proliferazione di questi ospiti indesiderati.
Se, nonostante le precauzioni, un animale venisse infestato da una o più zecche è consigliabile rivolgersi al proprio veterinario di fiducia che saprà dare consigli utili circa le procedure e le precauzioni da seguire.
Tutelare i nostri piccoli amici da grossi problemi che potrebbero annidarsi nel minuscolo corpo di un artropode ematofago è un loro diritto ed un proprietario informato è certamente nella posizione migliore per aiutarli.
Buona prevenzione!!!

Dott.ssa Nicoletta Cristini

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