Ambulatorio Veterinario D.ssa Paola Sferrazza

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domenica 19 dicembre 2010

ANESTESIA: .....FA DAVVERO PAURA?.....

Quasi sempre quando si rende necessario un intervento chirurgico per il nostro animale la paura più grossa riguarda il rischio anestesiologico che il paziente deve affrontare perchè, esattamente come in umana, non esiste una anestesia sicura al cento per cento.
Addirittura a volte si decide di procrastinare un intervento proprio per non affrontare questo momento. Tuttavia negli ultimi anni l’anestesiologia in veterinaria si è evoluta verso metodiche e tecniche ormai molto simili all’anestesia umana. Nelle cliniche veterinarie la figura dell’ anestesista in sala chirurgica è una realtà consolidata , così come la presenza di macchinari necessari a monitorare le procedure anestetiche in piena sicurezza.


Proviamo a capire come si esegue una anestesia affinchè il paziente corra meno rischi possibili.

Innanzitutto non esistono protocolli anestetici applicabili in assoluto ma sono personalizzati sul singolo paziente.
La scelta del protocollo anestesiologico è stabilita dall’ anestesista sulla base di molteplici fattori che riguardano le condizioni del paziente, il tipo di chirurgia da eseguire, la durata della chirurgia stessa e la fase post-operatoria da affrontare.
La prima valutazione dell'anestesista riguarda le caratteristiche fisiche del suo paziente: specie, razza, età ( cani e gatti di piccola taglia sono anestesiologicamente abbastanza simili, mentre è molto diverso l’ approccio per cani di grossa taglia). Molte razze, Dobermann e Boxer, hanno bisogno di una visita cardiologica obbligatoria prima dell’anestesia, perchè con frequenza, sono affetti da cardiomiopatie congenite spesso non rilevate durante le visite di routine. Tra le razze feline, il Persiano può essere affetto da rene policistico e anch’esso da cardiomiopatie.

Cani e gatti sotto le dodici settimane di vita e soggetti anziani hanno situazioni metaboliche completamente diverse dagli adulti che è necessario conoscere per gestire l’ anestesia pediatrica e geriatrica.
Bisogna valutare attentamente il temperamento del paziente poichè anche da questo dipende la scelta dei farmaci pre-anestetici. Un cane molto aggressivo avrà bisogno di un sedativo, mentre un animale spaventato e che accusa dolore avrà necessariamente bisogno di analgesico e ansiolitico associati. Infine è fondamentale l’ esame dello stato fisico del paziente. Condizioni generali che rilevano obesità, dimagramento eccessivo, gravidanza, disidratazione etc, influenzano la scelta del protocollo, così come la valutazione della funzionalità dei singoli apparati (per esempio in corso d’ insufficienza epatica, l’ anestesista sceglierà farmaci che abbiano la minor tossicità epatica).

Naturalmente gli esami di laboratorio e strumentali (ecografia, elettrocardiogramma, etc) metteranno in luce condizioni eventualmente patologiche che bisognerà correggere prima della chirurgia( in caso di diabete, per esempio,la normalizzazione della glicemia è imprescindibile per l’ esecuzione dell' anestesia stessa).

Eseguita la pre-anestesia, si procede con l’applicazione in vena di un catetere che servirà per somministrare i farmaci anestetici e analgesici( fondamentali durante la chirurgia), i fluidi da infondere per mantenere stabile la pressione del paziente ma sopratuttto per somministrare farmaci salvavita intravenosi in caso di complicazioni anestesiologiche.
A questo punto il paziente viene completamente addormentato e tramite un tracheotubo viene collegato all’ apparecchio dell’ anestesia gassosa che fornisce, oltre all’ anestetico, adeguati flussi di ossigeno.
In questa fase, chiamata induzione, il paziente viene collegato alle apparecchiature che monitorizzano: frequenza cardiaca, pressione, temperatura, funzionalità respiratoria e livelli di anestetico dei gas inspirati ed espirati.
 Tutti questi parametri vengono valutati dall’ anestesista durante l’ intervento chirurgico per comprendere se il livello di anestesia è adeguato a garantire ipnosi ( profondità del sonno) ed analgesia.
Al termine dell’intervento segue la fase del risveglio in cui l’ anestesista procede ad alleggerire il piano dell’ anestesia gassosa fino a quando non ricompaiano i normali riflessi del paziente che garantiscono una ripresa della respirazione spontanea senza l’ ausilio dell’ apporto di ossigeno. In questa fase è importante monitorare la temperatura corporea del paziente per la ripresa della normale termoregolazione che in sede chirurgica e anestetica viene momentaneamente rallentata.
Spesso durante un intervento chirurgico il  paziente può subire intensi stimoli dolorosi (per esempio in corso di interventi ortopedici per fratture)che, se non controllati, possono provocare nell’ organismo risposte neuroendocrine sufficienti a creare una situazione di alterazione fisiologica tale da ritardare o addirittura compromettere la guarigione.
Un paziente che dorme non è necessariamente un paziente che non sente dolore ed è per questo motivo che il lavoro di un anestesista non può prescindere da un attento e adeguato trattamento del dolore, prima, durante e dopo ogni intervento chirurgico.
Un animale che non sente dolore riprende velocemente a mangiare, a muoversi e a giocare, riattivando tutti i meccanismi fisiologici che lo condurranno ad una pronta guarigione.

Infine il lavoro dell'anestesista si conclude con la compilazione della cartella anestesiologica che verrà consegnata al proprietario del paziente.
La cartella anestesiologica è molto importante non solo perchè testimonia come viene eseguita l'anestesia ma perchè è un documento dove vengono annotati i farmaci somministrati, le dosi e le modalità di somministrazione e soprattutto vengono riportate le anomalia che si sono verificate durante l'anestesia e come sono state corrette.
E' palese che uno storico dell'anestesia è fondamentale per le anestesie che il cane o il gatto dovesse affrontare in un futuro per una gestione ottimale del paziente stesso.

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