Ambulatorio Veterinario D.ssa Paola Sferrazza

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martedì 10 maggio 2011

PRONTO SOCCORSO DEGLI ORFANI DI MAMMIFERI SELVATICI

A chi non è mai capitato passeggiando per le campagne, magari con il proprio cane, di trovarsi di fronte un orfano di mammifero selvatico, è questa, infatti, un'evenienza non così rara come potrebbe sembrare. Adottare misure corrette per il primo soccorso di questi animali significa, non solo avere le conoscenze di base relative alla fisiologia riproduttiva di queste specie animali, ma la soddisfazione di avere salvato una piccola vita.

In questo articolo vedremo i criteri pratici per il pronto soccorso di alcuni tra gli orfani di mammiferi selvatici più frequentemente ritrovati nell'ambiente rurale, e cioè mustelidi ( faina e martora ), roditori ( scoiattolo, ghiro, moscardino e lepre ) e insettivori ( pipistrelli e ricci ).

Non di rado durante i periodi primaverile ed estivo ci si può imbattere in piccoli di animali selvatici in difficoltà. Il lavoro da affrontare per recuperare orfani di questa specie animali e reintrodurli ancora selvatici nel loro ambiente originario è lungo e complesso, in quanto l'approccio non può essere lo stesso che si usa per un cucciolo di cane o di gatto. I tentativi fatti seguendo criteri approssimativi, o il recupero tentato da persone inesperte sono quasi sempre inutili se non addirittura dannosi: il piccolo può morire in breve tempo se la dieta non è adeguata, può non adattarsi alla vita selvatica se non ha ricevuto un corretto imprinting (forma di apprendimento che avviene durante le prime fasi di vita degli animali e i cui effetti possono perdurare tutta la vita: esso è responsabile, in numerose specie, della formazione del legame genitore-prole, imprinting filiale, del legame di coppia, imprinting sessuale, delle preferenze alimentari, imprinting alimentare, e dell'attaccamento all'ambiente, imprinting sull'habitat ) e infine può costituire un vero e proprio rischio biologico per la propria e per le altre specie se reintrodotto nell'habitat sbagliato.
E' pertanto necessario elaborare un vero e proprio piano personalizzato per l'orfano di ciascuna specie in modo da assicurare non solo la sopravvivenza del singolo soggetto ma anche la sua capacità di interagire correttamente, una volta libero, con i propri simili nel proprio habitat naturale.

IDENTIFICAZIONE DELL'ORFANO
Un animale selvatico che si è lasciato avvicinare e catturare è sicuramente in difficoltà, ma è assolutamente necessario stabilire in primo luogo se il piccolo che abbiamo di fronte è effettivamente un orfano! Ci sono infatti animali a prole "atta", come le lepri, che partoriscono cuccioli in grado di muoversi da soli già poche ore dopo la nascita, con i sensi perfettamente efficienti,e in grado di nutrirsi come gli adulti a sole tre settimane di vita: questi cuccioli sono spesso rinvenuti da soli nelle ore diurne, visto che la lepre non si costruisce una vera e propria tana ma disperde i piccoli per poi ricercarli e allattarli nel corso della notte; essi vengono pertanto, se rinvenuti in tali condizioni, considerati orfani e frequentemente (inutilmente!) prelevati dall'ambiente naturale. La lepre costituisce comunque in questo senso un eccezione, perchè la maggior parte dei roditori come anche insettivori e mustelidi, sono a prole "inetta" vale a dire vengono partoriti in nidi chiusi, alla nascita sono ciechi, sordi privi di pelo e devono essere seguiti dalla madre per un lungo periodo prima di essere completamente autosufficienti.
Una volta stabilito se si tratta o meno di un orfano, il primo passo da fare è quello di stimare l'età dell'animale il che consente di quantificare e programmare il lavoro da svolgere.
Infatti un orfano già in fase di svezzamento deve trascorrere in cattività il minor tempo possibile per evitare nella maniera più assoluta i danni derivanti dall’interazione con la specie umana; al contrario l'allattamento, lo svezzamento e la reintroduzione di un orfano vero e proprio costituiscono un lavoro lungo e complicato che richiede conoscenze precise e strutture adeguate e pertanto deve essere svolto in un centro di recupero per animali selvatici.

CRITERI GENERALI DI SOCCORSO
Eccetto che per i ricci le cui madri, estremamente irritabili, abbandonano o eliminano la prole se disturbate, per le altre specie è opportuno considerare se sia anche possibile restituire il piccolo alla madre. Ciò è attuabile se essa, nonostante l'azione di disturbo, si trova ancora nelle vicinanze del nido, che non deve essere distrutto.

MUSTELIDI
I piccoli di faina e martora vengono trovati in genere tra aprile e maggio e sono generalmente entro il primo mese di vita. Vengono più spesso rinvenuti in fienili, sottotetti, stalle e soffitte a seguito della distruzione accidentale del loro nido. In questa fase i piccoli appaiono particolarmente indifesi e si muovono a fatica con movimenti simili a quelli dei gattini di 1-2settimane di vita. Tutte le faine che si lasciano avvicinare sono comunque da raccogliere perchè sicuramente in difficoltà. E' inoltre opportuno maneggiare cautamente gli animali, soprattutto se si tratta di animali non giovanissimi, utilizzando un panno per avvolgerli impedendogli, così, di nuocere.

RODITORI
Gli orfani di scoiattolo vengono generalmente trovati in un periodo compreso tra marzo e settembre, quelli di ghiro grigio tra luglio e ottobre, e i piccoli di moscardino da luglio fino a metà autunno. Tutti questi cuccioli vengono generalmente rinvenuti a terra ai piedi del nido. Questi piccoli devono essere allattati e svezzati artificialmente quando: gli scoiattoli pesano meno di 150 grammi, i ghiri grigi pesano meno di 90 grammi e i moscardini pesano meno di 9 grammi.
Gli orfani di lepre si trovano in genere tra febbraio e ottobre, vengono facilmente catturati in quanto, confidando nel loro aspetto mimetico, tendono a rimanere immobili anche se toccati. Alla nascita pesano circa 100 grammi e sono in grado di assumere cibo solido alla fine della prima settimana.

INSETTIVORI
I pipistrelli nascono in un periodo di tempo limitato, compreso tra fine giugno e inizio di agosto. I piccoli vengono rinvenuti a terra durante le ore diurne, sono nudi se hanno meno di 10 giorni o con il manto scarsamente sviluppato se hanno meno di tre settimane di vita. Dopo questa età sono simili agli adulti ed è perciò difficile distinguere un giovano da un individuo adulto, comunque un pipistrello trovato in autunno è sicuramente un adulto magari inesperto ma sicuramente autosufficiente. Vanno raccolti senza distinzione tutti i pipistrelli che vengono trovati in zone non riparate in ore diurne perche questa condizione li espone ai loro predatori ed evidenzia quindi il loro stato di difficoltà.
Gli orfani di riccio vengono trovati in un'età compresa tra 1 e 60 giorni  tra marzo e novembre. Essi si allontanano dal nido solo se questo viene distrutto o in seguito alla perdita della loro mamma (dalla quale i ricci dipendono quasi esclusivamente finchè non raggiungono il peso di 70-80 grammi) e terminano lo svezzamento quando hanno raggiunto il peso di 250-300 grammi. Devono essere raccolti tutti i piccoli ricci durante le ore diurne (anche i ricci, come i pipistrelli, sono animali notturni) e devono essere allattati artificialmente tutti i riccini che pesano meno di 250 grammi.

PRONTO SOCCORSO DELL'ORFANO
Due sono gli interventi di primaria importanza nel soccorso dei piccoli che hanno perso la mamma da alcune ore: il ripristino della temperatura e se necessario e l'istituzione di una fluido terapia. Per riscaldare i piccoli può essere utile alloggiare l'orfano in una scatola di cartone contenente una borsa dell'acqua calda coperta da un panno caldo; difficilmente le temperatura è controllabile tuttavia un buon parametro per valutare il progressivo ripristino alla normotermia consiste nel controllare la graduale ripresa dei movimenti ( spesso il piccolo appena trovato si trova in uno stato di torpore, emette vocalizzi più o meno continui e scoordinati,presenta tremori diffusi, e si trascina senza mantenere un assetto costante ). Per riscaldare il piccolo in maniera sufficiente sono necessarie in genere almeno due ore.
A volte però riscaldare l'animale non è sufficiente ed in quel caso è necessari ricorrere alle cure di un veterinario che provvederà ad instaurare una fluido terapia con lo scopo di correggere la disidratazione e dall'altra di ripristinare le riserve glucidiche.

ALIMENTAZIONE DELL'ORFANO
In letteratura esistono pochi dati sulla composizione del latte delle specie selvatiche pertanto sull'utilizzo del composto più idoneo da utilizzare esistono solo delle indicazioni. Alcuni ricercatori dell'università di Pisa  hanno osservato, per esempio, che sia i prodotti a uso umano che le diete a base di tuorlo d'uovo e formaggio non consentono la sopravvivenza dei piccoli di riccio che, alimentati con questo tipo di dieta, spesso muoiono con sintomi gastroenterici. Il latte bovino, invece, troppo ricco in carboidrati rispetto al latte delle specie selvatiche, provoca gastroenteriti mortali per i cuccioli, se usato non diluito: d'altro canto la diluizione, anche se lo rende più tollerabile, abbassa drasticamente il già scarso contenuto in grassi rendendolo assolutamente insufficiente al sostentamento del piccolo. Secondo questi autori la cosa migliore da fare è ricorrere all'utilizzo di un prodotto destinato all'alimentazione dei cuccioli di cane o gatto, in quanto questi sostituti del latte materno sono particolarmente ricchi di proteine e grassi e poveri di zuccheri, per cui non provocano gastroenteriti. Il latte per l'allattamento per gli agnelli ( reperibile nei consorzi agrari ) è un prodotto abbastanza buono, vista l'elevata percentuale in proteine e in grassi soprattutto se rapportata alla bassa percentuale di carboidrati, ma nelle specie selvatiche può essere utilizzato solo per brevi periodi di tempo a causa del suo scarso apporto nutritivo, però può essere utilizzato nel primo pronto soccorso in attesa di ricoverare il piccolo in un centro per il recupero dei selvatici.
Il latte bovino e i prodotti per i neonati della specie umana non sono invece indicati a causa dell'alto contenuto in zuccheri.
Le tecniche si somministrazione del latte variano a seconda della specie ma anche dalla disponibilità del piccolo ad assumere l'alimento: le prime poppate possono essere le più difficili perchè l'orfano stressato e indebolito, non è sempre disposto ad assumere il latte; in questo caso risulta necessario ricorrere all'alimentazione forzata somministrando l'alimento goccia a goccia con molta pazienza ed è meglio intensificare il numero dei pasti per avvicinarsi il più possibile alla quantità di latte che il piccolo deve assumere giornalmente. Come poppatoi si può usare delle siringhe usando come tettarelle la parte terminale di gomma morbida degli aghi a farfalla per la somministrazione dei farmaci endovenosi (si acquistano facilmente in farmacia). E' importante assistere il piccolo nella minzione e nella defecazione ogni due pasti toccando delicatamente la regione genitale con un batuffolo di cotone imbevuto di camomilla tiepida, eccezzion fatta per i pipistrelli autosufficienti fin dalla nascita.
SPECIE           PESO APPROSSIMATIVO    INTERVALLO TRA                QUANTITA' APPROSSIMATIVA                 N° DI                           DEL PICCOLO                     I PASTI                                 DI SOSTITUTO DEL LATTE DA                 PASTI
                                                                                                               SOMMINISTRARE 
                                                                       
MUSTELIDI
Faina, Martora      50-500 grammi                   2-3 ore                                0.4-15 ml                                               8-9

RODITORI
Scoiattolo              50-150 grammi                   2 ore                                  1-6 ml                                                      10
Ghiro                      30-80   grammi                   2 ore                                  0.6-4 ml                                                   10
Moscardino            4-7     grammi                1-2 ore                                  goccia a goccia                                10-12

LAGOMORFI
Lepre                    100-200 grammi               4-6 ore                                 10-20 ml                                                  4-6

INSETTIVORI
Riccio                    20-150 grammi                   2 ore                                 0.4-8 ml                                                     9
Pipistrelli                 1-3     grammi               1-2 ore                                 poche goccie                                      10-11

Infine bisogna sempre ricordare che tutti gli orfani devono essere alimentati soltano se normotermici: l'ipotermia infatti, anche se lieve, determina la compromissione del riflesso disucchiamento, della deglutizione e il rallentamento del transito intestinale, per cui la somministrazione del cibo in simili condizioni può dare, paradossalmente, effetti negativi. Il preparato deve essere intiepidito prima della poppata.

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