Ambulatorio Veterinario D.ssa Paola Sferrazza

Notizie utili per conoscere meglio i nostri amici a quattro zampe..

giovedì 5 gennaio 2012

TOXOPLASMOSI E GRAVIDANZA..... COSA DOBBIAMO SAPERE PER NON AVERE PAURA....

La toxoplasmosi è un'infezione protozoaria, diffusa tra milioni di persone di ogni parte del mondo, causata da un parassita endocellulare obbligato, Toxoplasma gondii. In genere asintomatica nel soggetto con un sistema immunitario efficente, è però causa di aborto, serie complicanze alla nascita, ritardo mentale e gravi problemi oculari o auricolari nel bambino infettato per via congenita, nonché di manifestazioni cliniche a esito spesso fatale in pazienti immunocompromessi. Inoltre è causa di aborto e mortinatalità negli ovicaprini e nei suini, comportando notevoli perdite economiche per gli allevatori.
Poiché è noto che l'ospite definitivo di questo coccidio è il gatto, che elimina con le feci le oocisti che diverranno infettanti nell'ambiente, il Veterinario è spesso interpellato dai proprietari di animali da compagnia riguardo ai rischi per le gestanti o per le persone con carenze immunitarie. Scopo del presente lavoro è richiamare i concetti fondamentali per la profilassi e il controllo della toxoplasmosi umana e animale, sottolineando il ruolo del Veterinario come figura professionale in grado di coadiuvare i competenti organisrnì sanitari nell'opera di informazione ed educazione igienico‑sanitaria mirante a prevenire l'infezione da T. gondii.


CICLO BIOLOGICO DEL PARASSITA
T. gondii presenta un ciclo biologico complesso, che consta di due fasi, una delle quali, quella sessuata,  è confinata alle cellule enteroepiteliali dell'ospite definitivo rappresentato dal gatto o da felidi selvatici, mentre l'altra, a carattere invasivo, si svolge nei più diversi tessuti, sia degli stessi ospiti definitivi sia di quelli intermedii: in pratica sia l'uomo che tutti gli animali a sangue caldo (mammiferi domestici, selvatici e uccelli) possono subire il contagio e perpetuare quindi il ciclo in natura.
Le forme infettanti del parassita sono tre: tachizoiti (che possono trovarsi aggregati a formare pseudocisti e contraddistinguono la fase acuta o di riacutizzazione dell'infezione), bradizoiti (situati all'intemo delle cisti tessutali nella fase cronica dell'infezione) e sporozoiti (contenuti nelle oocisti infettanti).
Il gatto che abbia ingerito carni contenenti cisti tessutali elimina con le feci nell'ambiente esterno oocisti ancora immature per un periodo di tempo limitato (circa 2 settimane) ma in numero elevatissimo: una singola defecazione può contenere fino a 10 milioni di oocisti per grammo di feci.
Le oocisti si formano nel tratto intestinale; per la maturazione di queste ultime (fase sporogonica) occorrono disponibilità di ossigeno e temperature non inferiori a 4°C; in questo modo, nell'arco di 1‑5 giorni dall'emissione, si producono all'intemo di ciascuna oocisti due sporocisti ellissoidali, ognuna contenente 4 sporozoiti. Questo significa che le feci del gatto contenenti le oocisti di toxoplasma, appena emesse non sono infettanti finchè non maturano a partire dalle 24 ore successive.
Il gatto parassitato elimina normalmente oocisti soltanto dopo la prima infezione, poiché in seguito acquisisce un'immunità specifica , ma lavori recenti dimostrano che tale immunità non dura per tutta la vita e che una riemissione di oocisti è possibile.
E’ da sottolineare il fatto che solo il 2% circa dei gatti produce oocisti toxoplasmiche in qualche periodo della propria vita ma la propagazione del ciclo è assicurata dall'elevato numero di oocisti emesse e soprattutto dalla loro resistenza agli agenti esterni, tanto che la loro capacità di rimanere vitali nel suolo è pari a un anno o più.
 Una volta che l'oocisti matura venga ingerita dall'ospite intermedio, si riscontra una prima fase di diffusione  data da tachizoiti che si moltiplicano attivamente  e che invadono le cellulei che vengono raggiunte con il torrente ematico, fino a rottura delle stesse e propagazione del parassita alle celluleadiacenti.
Il processo continua generalmente fino allo sviluppo di un'immunità specifica o, più raramente, fino alla morte dell'individuo, qualora le difese immunitarie siano inefficienti o sia implicato un ceppo particolarmente aggressivo.
Si sviluppa in questo modo un'infezione persistente con eliminazione degli organismi extracellulari, rallentamento della moltiplicazione intracellulare e sviluppo di cisti tessutali, contenenti da poche unità a migliaia di bradizoiti, che rappresentano la fase quiescente del parassita nell'organismo e si ritrovano con maggior frequenza in alcuni distretti come il tessuto nervoso e il muscolo scheletrico.

LE VIE DI TRASMISSIONE DEL CONTAGIO
La trasmissione del parassita in natura può avvenire per mezzo di oocisti (ingestione di cibo e acqua contaminati da feci di gatto infette), per mezzo di cisti tessutali (consumo di carne poco cotta nell'uomo, carnivorismo negli animali), oppure per mezzo di tachizoiti (via congenita nell'uomo e negli animali cioè da madre a figlio durante la gestazione).
La trasmissione tramite oocisti è l'unica possibile, oltre alla congenita, per gli erbivori e una delle modalità di infezione possibili per l'uomo, anche se non la più frequente, oltre che per carnivori e onnivori. Erba, mangimi e acqua contaminati sono alla base dell'infezione di ruminanti e suini.
In letteratura sono riportati casi di focolai di toxoplasmosi umana da consumo di acqua contaminata da oocisti  o in bambini in seguito a contatto con terra contaminata (11).
Le cisti tessutali di T. gondii vengono reperite nei tessuti degli animali da carne, soprattutto in suini, pecore e capre, mentre è raro trovare toxoplasmi vitali nei tessuti del bovino. Anche cervidi, suidi selvatici e altri animali oggetto di caccia possono costituire un rischio (2).
Oltre al consumo di carni crude o insufficientemente cotte, anche il semplice maneggiamento di carni infette è pericoloso e infatti la prevalenza di toxoplasmosi è più elevata tra gli addetti alla macellazione degli animali e i macellai rispetto all'intera popolazione.
I tachizoiti sono incapaci di sopravvivere al di fuori dell'organismo ospite e sono distrutti dalle secrezioni gastriche; per questi motivi sono implicati in caso di trasmissione verticale materno‑fetale, di trasfusione di leucociti infetti, di trapianto di organi o di midollo osseo da un donatore infetto a un soggetto non immune e immunodepresso o infine in caso di trapianto da un donatore non infetto a un soggetto immunocompromesso, con infezione latente, che viene in questo modo riattivata. In questi due ultimi casi possono essere coinvolti sia i tachizoiti che le cisti tessutali.
 Il tachizoite può essere presente nel latte e in par­ticolare si sono presentati casi di toxoplasmosi umana da consumo di latte di capra crudo.
La pasteurizzazione assicura l'eliminazione del pa­rassita.
La parassitemia determinata da un primo contatto con il parassita in gravidanza provoca placentite e passaggio del parassita al feto nella donna e in alcuni animali domestici.


LA TOXOPLASMOSI UMANA
La prevalenza sierologica dell'infezione da T. gondii nell'uomo varia ampiamente con le aree geografiche esaminate, probabilmente sia in base a differenze climatiche che possono favorire o meno la sporulazione e la sopravvivenza delle oocisti, sia in base alle abitudini igienico‑sanitarie e di alimentazione delle varie popolazioni.
Negli USA e nel Regno Unito la positività anticorpale è del 30% circa, mentre nell'Europa continentale risulta generalmente più alta.
La trasmissione verticale dell'infezione avviene  nel caso in cui la madre venga in contatto con il patogeno per la prima volta in gravidanza, mentre l'accertamento di una specifica immunità prima della gravidanza stessa permette di escludere qualsiasi problema al feto, sebbene sia riportato un caso di trasmissione al feto di un'infezione materna conseguita nel periodo immediatamente precedente il concepimento (18), così come alcuni casi di toxoplasmosi congenita dovuta a reinfezione di una madre immune durante la gravidanza (19,20,21).
Lo screening pregravidico si basa sulla determinazione della presenza delle IgG anti‑Toxoplasma nel siero. La positività del test corrisponde a uno stato di immunità‑premunizione, la negatività a uno stato di suscettibilità con conseguente rischio di prima infezione in gravidanza. In previsione di una gravidanza dovrebbe essere consultato il medico di famiglia oppure il ginecologo riguardo a questa semplice e basilare procedura.
 Infatti il Servizio Sanitario Nazionale prevede l'esecuzione gratuita del test per le donne che si accingano ad avere una gravidanza, previa richiesta del proprio medico curante. Per le donne, purtroppo ancora numerose, che non abbiano usufruito di tale opportunità, sono assicurati nel primo trimestre di gravidanza i necessari test sierologici, seguiti da ulteriori controlli mensili per l'intero periodo di gestazione per le gravide risultate non immuni. In Tabella 1 si riporta lo schema deg~:i esami sierologici e dei corrispondenti interventi da eseguire ai fini della prevenzione della toxoplasmosi congenita. E’ bene ricordare che, quando il primo test venga effettuato soltanto dopo la diagnosi di gravidanza, l'interpretazione del dato sierologico diventa più complessa, poiché non è più sufficiente discriminare tra soggetto immune e non immune, ma si impone la necessità di distinguere tra infezione cronica o pregressa, quindi non a rischio, e infezione acuta e a rischio, e addirittura di datare l'infezione, essendo ben diverso il rischio fetale in relazione al periodo della gestazione in cui l'infezione stessa ha avuto luogo.
Riguardo alle altre forme cliniche di toxoplasmosi umana, nel soggetto immunocompetente si ha raramente la forma acuta, caratterizzata da linfoadenopatia e generalmente autolimitante
 Riveste invece notevole importanza la toxoplasmosi acuta o riattivata che si manifesta generalmente con encefaliti, miocarditi, polmoniti in pazienti affetti da AIDS, sottoposti a trapianti o comunque immunocompromessi. Si ricorda che il 3‑20% dei pazienti affetti da AIDS muore per toxoplasmosi .
  
LINEE GUIDA PER LA PROFILASSI DELLA TOXOPLASMOSI UMANA E ANIMALE
Per limitare la diffusione di T. gondii all'uomo e agli animali è necessario agire contemporaneamente su più fronti, facendo in modo:
a) di ridurre la contaminazione ambientale da oocisti infettanti così come la presenza di cisti tessutali nelle carni delle varie specie animali sia di interesse zootecnico, che selvatiche
b) agendo parallelamente sulla popolazione umana, educando a una maggiore padronanza dei principi igienico‑sanitari della prevenzione e informando sui vantaggi di un corretto monitoraggio sierologico prima del concepimento o, quando questo non sia stato attuato, almeno a partire dalle prime fasi della gravidanza: infatti, qualora non sia stato possibile prevenire l'infezione prenatale, una sua diagnosi precoce può comunque permettere un'altrettanto precoce valutazione dei danni fetali e soprattutto la definizione di un adeguato protocollo terapeutico.
L'intervento professionale del Veterinario in tutti i casi in cui sia possibile svolgere, in particolare presso i proprietari di animali domestici, un'opera di informazione riguardo ai possibili rischi derivanti o direttamente dagli animali stessi o indirettamente dal consumo di alimenti contaminati dal parassita.
In questo senso è bene aver presenti i dettarni di base della prevenzione della toxoplasmosi umana, che le gestanti non immuni in particolare dovrebbero seguire scrupolosamente.
La carne dovrebbe sempre essere consumata dopo adeguata cottura, con raggiungimento della temperatura di 67 'C anche nelle porzioni interne del prodotto, oppure previo congelamento a ‑12 'C (9). La cottura a microonde non garantisce invece l'eliminazione di tutti i toxoplasmi presenti .
L’affumicatura, l'essiccamento e la salatura normalmente impiegati per la produzione di salumi, se correttamente eseguiti, sono in grado di distruggere le cisti, mentre rimane qualche preoccupazione riguardo agli “insaccati" (salami salsicce ecc).
E’ importante inoltre lavarsi accuratamente con acqua e sapone le mani dopo aver maneggiato carni crude e usare lo stesso trattamento anche per i coltelli e gli altri utensili impiegati, in modo da eliminare i toxoplasmi eventualmente presenti.
Le verdure dovrebbero essere adeguatamente lavate perché potrebbero essere contaminate da oocisti.
La terra dovrebbe essere maneggiata con guanti per esempio durante pratiche di giardinaggio.
La vaschetta della lettiera del gatto dovrebbe essere svuotata ogni giorno e adeguatamente lavata e disinfettata, in modo da prevenire la sporulazione delle oocisti.
E’ bene inoltre evitare di somministrare carne cruda o poco cotta ai gatti (come del resto agli altri animali domestici). In Tabella 2 sono visualizzati in maniera sintetica i cardini della profilassi domestica della toxoplasmosi, particolarmente importanti per la donna sieronegativa all'inizio della gravidanza.
In definitiva, il prudente contatto con il gatto domestico, specialmente se esso viene tenuto costantemente in casa, non è da considerarsi  pericoloso, né a maggior ragione quello con altri animali domestici che fungono da semplici ospiti intermedi; in particolare, non sarebbero veicolo di infezione i peli del gatto, come risulta da uno studio in cui non fu possibile reperire oocisti toxoplasmiche dal mantello di gatti esaminati 7 giorni dopo l'inizio dell'eliminazione di milioni di oocisti

 Prevenzione della toxoplasmosi umana: norme igieniche di base
  • CONSUMARE SEMPRE CARNE ADEGUATAMENTE COTTA LAVARE ACCURATAMENTE LE MANI DOPO AVER MANEGGIATO CARNI CRUDE
  • LAVARE ACCURATAMENTE COLTELLI E UTENSILI DA CUCINA USATI A TALE SCOPO
  • LAVARE SCRUPOLOSAMENTE LE VERDURE
  • USARE SEMPRE I GUANTI DURANTE LE PRATICHE DI GIARDINAGGIO/ORTOCOLTURA
  • SVUOTARE QUOTIDIANAMENTE, LAVARE E DISINFETTARE LA VASCHETTA DELLA LETTIERA DEL GATTO (FACENDO USO Di GUANTI)
  • EVITARE Di SOMMINISTRARE CARNE CRUDA 0 INSUFFICIENTEMENTE COTTA AL GATTO E AGLI ALTRI ANIMALI Di CASA

Nessun commento:

Posta un commento